Fra San Pellegrino, Bergamo e Perugia

Il 3 aprile del 1936, l’adolescenza del giovane dodicenne Angiolino venne sconquassata dalla morte del padre Dott. Cav. Francesco Merino Quarenghi, il quale aveva solo 49 anni.

Durante il periodo della malattia, Francesco sfoggiò quella nobiltà d’animo che ne aveva sempre contraddistinto la figura di uomo e di medico e rimase sereno sino all’ultimo. Lasciò alla moglie Eugenia indicazioni sugli indirizzi professionali da dare ai cinque figli: essi avrebbero dovuto avere una forte apertura nei confronti delle nuove correnti europee, pur rimanendo saldamente radicati a San Pellegrino e alla valle Brembana.

Il contraccolpo che ricevette la famiglia fu forte, ma ben presto sarebbero emerse doti morali della signora Eugenia. Dedicò tutta la sua vita al progetto lasciatole dal marito, dedicandosi all’educazione dei cinque figli, Angelo, Valentino, Bruno, Egidio e Mariaclara e allo stesso tempo alla guida della Casa di Cura Quarenghi.

Dal 1936 al 1938, Angiolino frequentò il  liceo classico Paolo Sarpi a Bergamo. La scomparsa del padre lo aveva profondamente turbato, ma gli aveva anche conferito tanta forza e voglia di affermarsi. Negli anni successivi egli si trasferì a Perugia, dove concluse il liceo classico presso l’Istituto statale “la Sapienza” degli Orfani dei Medici Italiani. Lì, guidato da professori che ne temprarono la personalità, Angelo si arricchì di un’ampia cultura umanistica e filosofica affine alle sue naturali inclinazioni. Acquisì una visione alta e ottimistica delle cose, dei fatti, e delle persone ed una cultura dell’armonia che mise in pratica nella vita.

Conseguita la maturità nell’estate del 1943, si iscrisse alla facoltà di medicina di Milano. Tuttavia, gli eventi bellici precipitavano e nella primavera del 1944, compiuti i vent’anni, venne chiamato alle armi con un bando della Repubblica Sociale Italiana.